Storia dell’Ipnosi

Il termine ipnosi è di origine greca e deriva da “hypnos”, cioè sonno. Pare che forme di ipnosi arcaica fossero già note agli antichi egizi, ma dell’ipnosi quale metodo scientifico si è cominciato a parlare solo nel XVIII secolo.

Dove nasce l'ipnosi?

Le basi della moderna ipnosi furono gettate a partire dalla metà del ‘700 fino ai primi del ‘900 ed erano tutte orientate alla cura delle malattie psichiche, senza l’uso di farmaci o di metodi invasivi come l’elettroshock.
Il contrasto con la medicina del ‘700 era tuttavia inevitabile se si pensa che questa si basava sull’assunto che la sede della stessa malattia fosse nel corpo e la cura poteva riguardare solo terapie farmacologiche, interventi chirurgici e diete per ristabilire lo stato di salute.

Mesmer, medico tedesco, (1734-1815) iniziò a introdurre nel mondo accademico le prime teorie alla base dell’ipnosi con il concetto che si riferiva all’influenza degli astri sull’uomo e sul pianeta. Tali teorie erano chiaramente influenzate dalle rivoluzionarie scoperte di Isaac Newton, che Mesmer aveva utilizzato per affermare che esiste un’influenza dovuta alla presenza di una forza gravitazionale o magnetismo che non è visibile all’uomo.
In base a questo assunto diverrà un esperto di magnetismo e arriverà a curare con successo soggetti con problemi psichici e manifestazioni fisiche direttamente riconducibili a cause psicologiche.

Storia dell'Ipnosi

La sua conoscenza tuttavia non era sufficiente a giustificare l’efficacia delle sue cure del tutto estranee alla medicina ufficiale, che le vedeva in taluni casi un ripescaggio di pratiche mediche ormai cadute in disuso.

La prima guarigione che operò Mesmer con il magnetismo fu quella di una signora affetta da crisi di nervi nel 1773. La paziente prima di guarire manifestò una grave crisi che il medico tedesco definì il passo decisivo verso la guarigione, inteso come una sorta di “accelerazione” del decorso stesso della malattia mentale che si risolveva.

Alla luce di altre guarigioni Mesmer intuì l’importanza del rapporto medico-paziente ma attribuì il funzionamento del magnetismo esclusivamente allo stabilirsi di questa relazione.
Visto il successo che otteneva con l’organizzazione di gruppi di persone che manifestavano crisi e guarigioni di massa e la proposta della fondazione di una “scuola di magnetismo”, le sue teorie furono sottoposte all’Accademia delle Scienze e alla Facoltà di Medicina di Parigi, che condannarono le teorie di Mesmer.
Solo nel 1840 si gettarono le basi solide per quella che oggi può chiamarsi ipnosi a opera di un medico inglese, John Elliotson, che usava le tecniche ipnotiche per eseguire interventi importanti, visto che ancora non esisteva alcuna forma di anestesia.

James Braid, un altro medico inglese, fu il primo a usare il termine “ipnosi” nel 1843 nei suoi scritti che trattavano l’argomento.

Egli revisionò le teorie di Mesmer e diede una interpretazione fisiologica alla pratica.
Sigmund Freud (1856-1939) stesso cominciò i suoi studi con l’ipnosi, in quanto allievo di Charcot, neurologo francese, ed ebbe scambi d’idee con i più illustri ipnotisti del suo tempo. La sua concezione dell’ipnosi, secondo la sua teoria, si basava sul riportare alla mente ricordi che erano alla base di un trauma per arrivare alla guarigione.
La sua attenzione però si rivolse comunque alla psicoanalisi che ruotava intorno al concetto di “transfert” e dove la figura dello psicoterapeuta assumeva un ruolo di primaria importanza nella percezione affettiva del paziente. Abbandonò così l’ipnosi e da questo periodo questa pratica non destò più alcun interesse.

Dopo la seconda guerra mondiale, Milton H. Erickson, uno psichiatra americano, riprese gli studi sull’ipnosi, pubblicò la prima definizione di ipnosi come metodo scientifico e creò una terapia ipnotica, l’“ipnosi ericksoniana”.

Nella situazione ipnotica ericksoniana, particolare psicologicamente e neurofisiologicamente, si ha una forte riduzione delle distrazioni e la persona mantiene la possibilità di usare la volontà.

L’ipnosi utilizzata in ambito terapeutico si basa su meccanismi del tutto naturali, in quanto quotidianamente il cervello passa, in media ogni 90 minuti, da uno stato vigile di coscienza a uno stato alterato di coscienza, che dura circa 10 minuti.

Durante una seduta di ipnosi vi è uno stato alterato di coscienza.

L’ipnoterapeuta induce una trance ipnotica in diversi modi.

Un metodo molto efficace è quello di utilizzare una tecnica che produce un rilassamento profondo.

Il cervello rilassato e in uno stato di quiete secerne ormoni come la serotonina e l’endorfina, che favoriscono il benessere generalizzato e il rilascio graduale dei freni inibitori, normalmente attivi in uno stato di coscienza normale.
Durante l’ipnosi il soggetto rimane comunque cosciente.
Da ricerche approfondite effettuate sullo stato neurologico della persona durante l’ipnosi si è potuto constatare come le frequenze inviate dal cervello non sono quelle del sonno, ma indicano invece un aumento delle onde alfa. L’attenzione si concentra sul “Se”, sulla mente e sul corpo. Nello stesso tempo il soggetto è cosciente anche delle reazioni che si verificano in seguito a stimoli riguardanti eventi del passato o del presente, che sono oggetto della seduta.
Il soggetto ipnotizzato in trance non è mai completamente in balia dell’ipnoterapeuta, anzi partecipa consapevolmente al processo.

In relazione agli obiettivi che si vogliono raggiungere, e alle caratteristiche della persona, diverso può essere il grado di profondità dell’ipnosi (lieve, medio, profondo).

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A cosa serve l'ipnosi e quali disturbi cura

Oggi l’ipnosi viene impiegata in diversi ambiti. È molto efficace per la rielaborazione di eventi negativi o traumatici, che creano disturbo o sintomi disturbanti. In questo modo, liberandosi dei vissuti negativi, si eliminano le cause del malessere.

Maggiore è la collaborazione e volontà di arrivare alla soluzione del problema da parte della persona, più si ottengono risultati importanti.

L’ipnosi è utile anche per favorire il rilassamento psicofisico dopo un periodo di forte stress, per affrontare disturbi come ansia, depressione, disturbi alimentariattacchi di panicopaure che possono impedire una serena vita di relazione.

È molto utile anche per aumentare l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità.
Nei casi in cui la persona deve affrontare una malattia o un intervento l’ipnosi aiuta ad innalzare la soglia di sopportazione. Può essere di grande aiuto anche alle donne che si preparano al parto naturale.
L’ipnosi è utile anche per liberarsi di dipendenze come quella dal fumo, dalla tendenza a mangiare troppodalla dipendenza affettiva, da altre dipendenze e può essere usata in interventi odontoiatrici al posto dell’anestesia.

Pregiudizi e false opinioni sull'ipnosi

Le false opinioni sull’ipnosi sono alimentate soprattutto sul palco, in tv,al cinema, a teatro o da racconti fantasiosi.
Uno dei pregiudizi più radicati è quello che la persona possa essere in balia del terapeuta.
In realtà non è affatto così, poichè la persona partecipa consapevolmente alla seduta ipnotica.
L’efficacia dell’ipnosi è ormai universalmente riconosciuta ed è una pratica sempre più utilizzata in campo terapeutico.
Sono sempre più numerose le persone che richiedono questo metodo per risolvere difficoltà personali o per migliorare alcune caratteristiche.

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Maria Piera
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Sperimentata con ottimi risultati, dopo aver provato di tutto, per l’insonnia. (Molto bravo anche l’ipnotista)